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sezione dedicata alla storia del paese
STORIA DI DON ALESSIO AMIGHETTI
di Don Francesco
Baiguini
La storia di don Alessio non è
subito riassumibile in poche pagine. Una figura di
prete-scienziato davvero interessante, un’anima semplice e
nel contempo versatile in tutti i campi della religione,
delle scienze naturali, della educazione, della musica,
della liturgia e della poesia.
Si rimane sconcertati
ripensando alla molteplicità di interessi che sgorgano da un
umile sacerdote, nato alla metà dell’ottocento, in un
piccolo paese di montagna., Ceratello di Costa Volpino,
posto a 800 metri s.m., affacciato come da un balcone sul
lago Sebino e sporgentesi sulla bassa Valle Camonica.
Don Alessio è anzitutto un
prete di Dio che vive immerso in un clima effervescente e
turbolento come quello della seconda metà dell’ottocento e i
primi trenta anni del novecento.
Tempo di grandi scoperte
scientifiche, di grandi rivolgimenti culturali, politici,
sociali e religiosi.
Sono gli stessi anni in cui s.
Giovanni Bosco consolida i suoi Oratori voluti per salvare
la gioventù più esposta alle insidie e allo sfruttamento
causati dalla rivoluzione industriale. Sono gli anni anche
della presenza in Lovere delle sante Gerosa e Capitanio
fondatrici delle suore di Maria Bambina.
E’ il tempo della grande
contrapposizione tra lo stato liberale e la chiesa
Cattolica a causa della “Questione Romana”.
La massoneria,
fortemente attiva e presente nella cultura e nella politica
di Lovere e dintorni, non consente vita tranquilla a questo
pretino di montagna che si è messo in testa di sottrarre i
giovani al monopolio culturale laicista e
massone-patriottico imperante nella cittadina lacustre.
Non combatteva posizioni di
retroguardia il Nostro! Anzi, per certi versi risulta essere
moderno, anzi “modernista”, come si diceva allora a chi
sosteneva in politica la necessità di una Italia conciliata
con il Vaticano, e capace di interloquire con la cultura
moderna riguardo al rapporto fede- scienza.. (In quel
periodo di tempo era stato presente a Lovere Mons. Geremia
Bonomelli, che ebbe grande influenza su don Alessio che per
altro lo stimava e ammirava).
Tuttavia, don Alessio sapeva
vedere il pericolo che la filosofia razionalista e
naturalistica imperante poteva rappresentare per la fede e
per i costumi specialmente dei giovani studenti.
Anche in politica egli
sapeva dire ai giovani la necessità di amare la patria
distinguendo la patria dai suoi governanti. (G.S. 378 . 478)
In
campo religioso ebbe a
combattere contro teologi tradizionalisti e legati ad una
visione superata rispetto alle scoperte scientifiche
moderne. (vedremo più avanti)
Don Alessio aveva una
ingenua e fiduciosa speranza che il progresso avrebbe meglio
ancora fatto scoprire la bellezza della fede:
“ Il progresso scientifico
produrrà Dio sa quante novità ad utilità a diletto
dell’uomo, ma i quadri della natura resteranno sempre con la
loro forza d’incanto. Non è vero che sia tutto vanità
quaggiù dal momento che di queste opere della provvida mano
di Dio sono gratuitamente partecipi tutti gli uomini.
Benedetta dunque mille volte la Provvidenza che largheggia
verso gli uomini di tanto bene! Ed io temo la morte perché
essa mi toglierà questi beni! Mi lamento della Provvidenza?
La offendo io quando penso che Dio stesso mi ha infuso nel
cuore questo forte sentimento della natura che è opera sua
Io credo anzi di servirlo coll’ammirare e godere di tanto
bene. …Datemi o Dio lumi e forza per usare dei vostri beni a
gloria vostra e a beneficio del mio prossimo.(dal diario)
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